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Perché questo sito?

Abbiamo voluto condividere, nella maniera più ampia possibile, le esperienze maturate e presenti all'interno della nostra Associazione nutrisanItalia, aprendoci al contributo di chiunque voglia partecipare, con approfondimenti e riflessioni, ad un percorso per il raggiungimento del  BENESSERE in tutti gli "ambiti" dell'individuo, partendo da un'alimentazione sana e consapevole, che tenga conto di tutto ciò che ad  essa è collegato: l'Ambiente, le Persone, la Società. L'Associazione si prefigge l'obiettivo di aumentare la consapevolezza di sé e del mondo circostante, sviluppando una crescita  culturale che si esprima con una migliore relazione con l'ambiente e con gli "altri", aumentando il livello di responsabilità individuale e sociale.
Ci proponiamo di mettere a disposizione di chi ci segue gli "strumenti" per effettuare "scelte consapevoli".
A tutti un augurio di Buona Navigazione e di BENESSERE.

"Noi siamo ciò che mangiamo"

Negli ultimi cinquant'anni la produzione mondiale di

alimenti è enormemente aumentata. Ma se in alcuni

Paesi questo incremento ha prodotto una sempre

maggiore disponibilità di cibo, in altri non è arrivato a

soddisfare neppure le esigenze vitali.

Oggi, circa un miliardo di persone soffrono di

"sottoalimentazione" cronica e si calcola che ogni

giorno circa 24. 000 esseri umani muoiano di fame o

per malattie legate alla denutrizione.

Questa situazione riguarda prevalentemente i

cosiddetti Paesi in via di sviluppo: in Africa, in Asia e

nelle regioni del Pacifico.

Situazione diametralmente opposta è quella dei Paesi

"Occidentali", Nord America ed Europa, dove i

consumi calorici medi giornalieri sono oggi superiori

alle 3.300 Kilocalorie contro le 2.500 - 2. 700 degli

anni sessanta. L'obesità sta raggiungendo dimensioni

da epidemia affliggendo un numero crescente di

persone: essa è causa diretta di gravi malattie quali

diabete, aterosclerosi, disturbi cardiovascolari,

tumore del colon e alcune sindromi degenerative -

artrosiche.

Oggi si hanno processi industriali, per la preparazione

di qualsiasi alimento, cui presiedono grandi imprese

alimentari multinazionali, capaci di soddisfare i

bisogni di vasti mercati.

Purtroppo "non è tutto oro ciò che luccica".

Tra le conseguenze negative dell'attuale situazione

vanno annoverati anche: l'incremento esponenziale

nella diffusione di allergie ed intolleranze alimentari,

un'impennata nella quantità degli "sprechi alimentari"

(secondo recenti rilevazioni, ogni anno buttiamo nella

spazzatura più di 75 Kilogrammi di cibo a testa) oltre

ai frequenti allarmi sulla salubrità di alcuni prodotti (si

pensi alla mucca pazza, al botulino, alle mozzarelle

blu, ai coloranti delle confezioni di latte, ecc.) che

finiscono col disorientare il consumatore.

Allora cosa fare?

I consigli forniti da Michael Pollan, critico

gastronomico del "New York Times" e autore di

numerosi libri su/l'alimentazione, devono far riflettere

sulla qualità degli alimenti che giornalmente arriva

sulle nostre tavole. L'autore, in maniera semplice e

apparentemente banale, mette sotto accusa la

provenienza dei cibi, il sistema di produzione e la

distribuzione per aver alterato quel principio naturale

di ricavare il cibo dalla terra e che da sempre ha

soddisfatto le esigenze dei popoli

garantendone la continuità della specie e lo stato di

salute.

Il principio cardine è quello di non poter separare la

salute del corpo da quello dell'ambiente: ambiente da

cui si traggono gli alimenti ed ambiente in cui si

consumano i pasti.

Sono due cose strettamente connesse. Avere dei cibi

sani può rappresentare un diritto per i consumatori

ma per riservarsi tale diritto è necessaria la

consapevolezza nel momento in cui si compila la lista

della spesa.

Nel suo libro In difesa del cibo (Adelphi, Milano 2009)

il messaggio può essere sintetizzato nei seguenti

punti:

1. immaginare di andare a fare la spesa con la

bisnonna e non acquistare nulla che lei non

riconoscerebbe come cibo tra gli ingredienti

descritti in etichetta;

2. evitare di acquistare cibi che contengano più

di cinque ingredienti indicati in etichetta,

magari sconosciuti e/o con nomi

impronunciabili.

Dunque, quando si parla di qualità si deve

necessariamente fare riferimento alle interazioni che

esistono tra

CIBO - SALUTE -AGRICOLTURA - TERRITORIO

e focalizzarsi sulla fonte di produzione o di

approvvigionamento delle materie prime.

L'auspicio è che il lettore possa seguirci ricordandosi

che ciò che ingeriamo attraverso la bocca il nostro

organismo lo utilizza per costruire se stesso.

Le nostre cellule si costruiscono dal cibo solido,

dall'acqua che beviamo, dall'aria che respiriamo, dai

nostri pensieri e da quelli che ci arrivano dall'esterno.

Così come affermava il filosofo Feuerbach:

Noi siamo quello che mangiamo.

Infatti dalla qualità e purezza di tali sostane si nutre il

nostro organismo da cui dipende il nostro benessere

fisico, mentale e spirituale.

Vincenzo Di Loreto

vincenzo.diloreto@nutrisanitalia.com

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 







 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 




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